Collana Edera con Bacche in Argento 925 e Pietre Naturali
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L’edera comune (Hedera helix) è un arbusto rampicante che viene spesso distrutto, perché “accusato” di essere specie parassita che danneggia e degrada il bosco.
E’ falso! L’edera svolge un ruolo ecologico di fondamentale importanza per l’equilibrio del bosco e per la fauna.
Innanzitutto, è bene ricordarlo, la Natura non fa nulla per caso. Ogni specie, anche la più sgradita e insignificate, occupa un posto chiave nelle complesse dinamiche ecologiche. Talvolta questo ruolo sfugge non solo alle persone comuni ma anche agli scienziati che, di frequente, sono costretti a rivedere le teorie più consolidate alla luce di nuove conoscenze.
Molti agricoltori e operatori forestali sono convinti, ad esempio, che l’edera sia una specie “nociva” responsabile del soffocamento e del disseccamento degli alberi e per questo la recidono, credendo di fare un servizio utile al bosco. Sfatiamo un mito della scarsa conoscenza botanica e della cattiva gestione selvicolturale: l’edera non si nutre della linfa dell’albero, è un rampicante (come la vite) e ricerca nella pianta ospite solo il sostegno, un tutore cui avvolgersi.
Tagliare l’edera è sbagliato per numerose ragioni. Eccole:
– la pianta offre rifugio a numerose specie di uccelli che di frequente vi nidificano;
– le sue bacche sono consumate da numerose specie di uccelli (tordi, merli, storni ecc) che, in determinate stagioni dell’anno, si nutrono quasi esclusivamente dei suoi frutti. Sopprimendo l’edera viene meno un’indispensabile fonte trofica per l’avifauna e si determina un impoverimento drastico della fauna dei boschi;
– le foglie, sempreverdi, sono appetite da rare specie di farfalle (falena dell’edera, Celastrina argiolus) e da animali erbivori come cervi, daini, caprioli soprattutto nella stagione invernale, quando scarseggiano altre fonti alimentari;
– le foglie, cadendo al suolo, si decompongono rapidamente e formano humus di buona qualità
– funzione anti-inquinamento: la NASA, Ente Spaziale Americano, ha divulgato le caratteristiche di alcune piante con proprietà “fitodepurative” evidenti. Fra queste figura l’edera, che pare abbia dimostrato notevoli capacità: secondo la Nasa assorbe il 90%, del benzene ed oltre il 10% del tricloroetilene, quindi possiamo senz’altro definirla “pianta anti-inquinamento”.
L’edera è, infine, una pianta utilizzata a fini erboristici. Contiene saponine, tannino, resine e sali minerali; è espettorante, emmenagoga e antureumatica. A uso cosmetico l’infuso aggiunto all’acqua del bagno è astringente e coadiuva cure anticellulite; utilizzato per sciacquare i capelli dopo lo shampoo, li rende lucidi e scuri. Attenzione, però, le bacche sono tossiche se ingerite, soprattutto per i bambini.
Descrizione. Pianta molto rustica e sempreverde, con foglie di colore verde scuro, che può raggiungere i 20-30 m. Ha rami sterili caratterizzati da radici aree e foglie a 3-5 lobi spesso screziate di bianco; i rami che portano i fiori non hanno radici aeree e le foglie sono intere e con forma ovato-romboidea. I fiori, piccoli, giallo-verdastri, riuniti in racemi terminali, compaiono in estate e, nella primavera successiva, danno origine a bacche globose di colore nero-bluastro. Molto comune, specie in boschi e siepi, dal mare alla zona montuosa fino ai 1.000-1.500 m di quota. Viene spesso coltivata come pianta ornamentale con diverse varietà selezionate.
Mitologia: “L’edera è la pianta prediletta da Dioniso. Il dio veniva spesso chiamato “l’Incoronato di Edera” o anche Kissòs. l’edera. Questa liana, l’aveva salvato due volte a Cadmo. Poco dopo la sua nascita, le ninfe lo immersero nella fonte Kissusa, dell’edera, ed è sul monte Elicona (hélix è un altro nome dell’edera) che venne allevato”. Fonte: Mitologia degli alberi, J. Brosse, Rizzoli, 2007.
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